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Costantìno I il Grande (Naisso 280-Nicomedia 337) Figlio di Costanzo Cloro e di Elena, crebbe alla corte di Diocleziano; fu chiamato in Britannia dal padre e venne acclamato imperatore augusto (306) dall'esercito, avvenimento che, spezzando le regole del sistema tetrarchico, scatenò un'aspra guerra di successione che vide ben sei pretendenti combattersi per guadagnare il titolo di imperatore: oltre a Costantino, Massimiano, Massenzio, Licinio, Galerio e Massimino. Costantino ristabilì la pace interna, dopo l'eliminazione di Massimiano e la morte di Galerio: scese in Italia e a Roma sconfisse definitivamente Massenzio, figlio di Massimiano, nella battaglia del ponte Milvio. Secondo la tradizione, in questa battaglia Costantino ebbe la visione di una croce, alla quale si farebbe risalire la sua conversione. Sempre secondo la leggenda, Massenzio morì affogato nel Tevere. Al nord dapprima si alleò con Licinio, che aveva ereditato le terre di Massimino alla sua morte; in seguito lo sconfisse e condannò a morte restando così unico imperatore. Il regno di Costantino è legato all'importante editto di Milano del 313, con il quale l'imperatore accordava la libertà di culto ai cristiani; il paganesimo era tollerato ma il cristianesimo diveniva la religione ufficiale dello stato cui erano riconosciute immunità fiscale e autorità giurisdizionale. Inoltre prese alcune decisioni che legavano in modo sempre più stretto lo stato al culto cristiano; riconobbe la santità della domenica e l'autorità dei tribunali dei vescovi, che potevano sostituire quella del governatore. Con lui si venne consolidando l'idea di imperatore per volontà di Dio. Nel 330 Costantino portò la capitale dell'impero a Bisanzio (che in suo onore fu ribattezzata Costantinopoli), chiudendo così l'epoca della supremazia della città di Roma nella storia antica. 
Costantino, arco di trionfo di 
Eretto nel 315 d. C. dal Senato di Roma per celebrare la vittoria di Costantino su Massenzio, avvenuta tre anni prima nei pressi del Ponte Milvio. La battaglia è circondata dalla leggenda secondo la quale Costantino ebbe una visione in cui Cristo gli ordinava di tracciare una croce sugli scudi. L'episodio ha una particolare valenza, in quanto vi si fa risalire la prima conversione di un imperatore romano. Il monumento ha ricevuto parecchi contributi di diverse epoche. Il nucleo più antico risale al II sec., in quanto alcune statue di prigionieri daci provengono dal Foro di Traiano, altri fregi da quello di Marco Aurelio e Adriano. Ulteriori aggiunte al monumento si ebbero nel medioevo e l'ultimo restauro che lo portò nella veste attuale è datato alla fine del XVIII sec. 
Il lato settentrionale, che guarda il Colosseo, porta su un piedistallo le quattro statue dei prigionieri daci, oltre ad alcuni bassorilievi raffiguranti il trionfo di Marco Aurelio. I quattro medaglioni si riferiscono invece ad Adriano e al suo sport preferito, la caccia. Le sculture più recenti, del IV sec., raffigurano invece Costantino e il suo regno. Sul lato meridionale vi sono altri riferimenti a Marco Aurelio, con scene di guerra e di sacrifici. I medaglioni hanno invece come tema la caccia e il sacrificio di Diana. 


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