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Enciclopedia
D'Annùnzio, Gabrièle(Pescara 1863-Gardone Riviera 1938) Poeta e scrittore italiano; trascorsa l'adolescenza a Prato, studiò dal 1881 a Roma dove incominciò a frequentare l'ambiente mondano dei primi del Novecento. A questo periodo risalgono le prime opere, Primo vere e Canto novo, già piene di quella sensualità e raffinatezza che saranno i caratteri dominanti della sua produzione. Successivamente elaborò la filosofia di Nietzsche e il modello del superuomo, spogliandolo di ogni implicazione di carattere etico: da qui il sensualismo delle sue opere, senza alcuna limitazione di tipo moralistico o psicologico, si afferma sempre più prepotentemente, accompagnato da maestria e sensibilità musicale. A questo periodo risalgono le Laudi, il cui libro terzo viene considerato all'unanimità il suo capolavoro. Dopo l'incontro e l'amore con Eleonora Duse (1897) si avvicinò anche al teatro. Nel 1910 lasciò l'Italia, per problemi economici che sfociarono nel sequestro di tutti i suoi beni, e visse per qualche anno in Francia. Ritornato nel 1915, fu attivo nella vita politica, ponendosi a favore degli interventisti e partecipando direttamente alla guerra; compì anche gesti clamorosi, come la beffa di Buccari e il volo su Vienna, gettando volantini in favore dell'evento bellico. Nel 1919 marciò su Ronchi e fu presente alla conquista di Fiume, divenendo capo della reggenza italiana del Carnaro. La produzione letteraria della maturità si attesta su temi più riflessivi e malinconici, e, dal 1920, lo scrittore si ritira nella splendida villa sul Garda, il Vittoriale, trasformato in mausoleo pieno di cimeli della sua Vita inimitabile.Massimo esponente del decadentismo italiano, ebbe un successo enorme presso i contemporanei, riuscendo a superare la prosaicità dell'Italia giolittiana, con una vita che voleva rifarsi al modello del superuomo di Nietzsche. Attualmente la critica ne mette in risalto le enormi capacità formali, nonché l'influenza che ha avuto nel periodo storico in cui operò e in quello immediatamente successivo. La potenza suggestiva del linguaggio dannunziano ha esercitato notevole influenza sullo sviluppo successivo della letteratura italiana. Tra le sue poesie, Primo vere, Canto novo, Poema paradisiaco e i quattro libri (Maia, Elettra, Alcyone, Merope) delle Laudi. Tra i romanzi, Il piacere, L'innocente, Il trionfo della morte, Il fuoco, Forse che sì forse che no. Tra le tragedie, La città morta, Francesca da Rimini, La fiaccola sotto il moggio, La nave, Fedra. Tra le opere autobiografiche, La Leda senza cigno, Notturno, Le faville del maglio. Postumo l'epistolario Solus ad solam.
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