Enciclopedia
Delèdda, Gràzia(Nuoro 1871-Roma 1936) I pregiudizi e le remore di un ambiente familiare chiuso fecero sì che, nonostante l'ottimo profitto, la Deledda lasciasse l'educazione scolastica subito dopo la scuola elementare. Scrittrice autodidatta e lettrice disorganica ma di straordinaria assiduità, scrisse molti romanzi e racconti impregnati di suggestioni veriste, decadenti e dannunziane. Nel 1900 si trasferì a Roma, dopo aver sposato un impiegato del ministero delle finanze conosciuto a Cagliari. La sua vastissima produzione ottenne un grande successo di pubblico sia in Italia che fuori. Nel 1926 le fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, prima scrittrice italiana a ricevere questo alto riconoscimento. Tra le oltre cinquanta opere pubblicate, si ricordano Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L'edera (1906), Colombi e sparvieri (1912), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), La madre (1920), Il segreto dell'uomo solitario (1921), Cosima (postumo, 1937). La Deledda ha saputo registrare con straordinaria lucidità drammi che non sono solo quelli dell'isola nativa, ma dell'uomo in cerca di libertà e di affermazione.
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