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Gesù, chièsa dél Si tratta della prima chiesa gesuita in Roma. La Compagnia di Gesù fu fondata dallo spagnolo Ignazio di Loyola (1491-1556) nel 1540, tre anni dopo la sua venuta a Roma. Presi i voti nel 1521, dopo aver abbandonato la carriera militare, svolse la sua missione negli anni del Concilio di Trento (1545-1563) che stabilì i canoni della Controriforma. La chiesa del Gesù fu iniziata nel 1568 dall'architetto Vignola, in seguito alla richiesta del cardinale Alessandro Farnese; i lavori si conclusero nel 1584, anno della consacrazione. Tre anni dopo l'inizio della costruzione, Giacomo della Porta cominciò a lavorare al progetto della facciata, il cui stile influenzò poi anche altre chiese: è disposta su due ordini, sovrastati da un doppio timpano e mossi da colonne incassate. La pianta è a croce latina, con un'unica navata centrale ampia e luminosa e ai lati i pulpiti e le cappelle. La cappella di Sant'Ignazio, sul lato sinistro entrando in chiesa, fu realizzata tra il 1696 e il 1700 a opera di Andrea Pozzo, frate gesuita. Raccoglie i resti di Ignazio di Loyola e nella nicchia trova posto una statua del santo in marmo e argento, ornata da preziose colonne in lapislazzuli e da rilievi in bronzo. Di fianco all'altare, le statue allegoriche La Fede che trionfa sull'Idolatria (opera di Giovanni Theodon) e La Religione che abbatte l'Eresia (opera di Pierre Legros) illustrano il chiaro messaggio della Controriforma e della teologia dei Gesuiti. Sulla destra, la cappella di S. Francesco Saverio ricorda un famoso missionario morto in Cina nel 1552. Abbelliscono la chiesa anche notevoli affreschi di diverse epoche: La Madonna della Strada, figura risalente al Quattrocento che proviene dalla facciata di un'altra chiesa poco distante e gli affreschi di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccia, che ornano la volta e la cupola. In particolare, Il Trionfo del nome di Gesù, sulla volta della navata, forma uno straordinario insieme con i rilievi (opera di Antonio Raggi), mentre sulla cupola sono affrescate anche scene del Vecchio Testamento. Infine, nell'abside, un'altra opera del Baciccia è L'adorazione dell'Agnello. Un'ultima opera degna di nota conservata nella chiesa è il busto di S. Roberto Bellarmino, situato all'ingresso sulla destra. L'opera è del Bernini e ricorda un teologo della Controriforma morto nel 1621. 


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