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màya, agg. invar. Relativo all'antica popolazione dei maya. 
Antica popolazione indigena dell'America centrale che conta ancora circa 2.000.000 di appartenenti, distribuiti tra Messico, Guatemala, El Salvador e Honduras. Conserva ancora oggi tradizioni e usanze degli antenati precolombiani e parla lingue maya distinte in due gruppi principali: lo huazteco e il maya. L'inizio della civiltà maya è datato nei primi decenni del IV secolo e la storia di questa popolazione si protrae fino al IX secolo. Le numerose città fondate nella regione del Messico, come Palenque, Copan, Uaxactun, si contesero il dominio dello Yucatan e dell'importante istmo di Tehuantepec. Pur risalendo probabilmente al terzo millennio a. C., le più antiche testimonianze di questo popolo risalgono al 320 circa, anno a cui si fa attribuisce il più antico reperto archeologico (un vaso) ritrovato a Tikal, nel Guatemala. 
Le conquiste dei toltechi portarono alla nascita di un nuovo impero, situato nello Yucatan e durato dal 900 al 1697, benché la conquista spagnola (1523) della regione coincidesse con l'inizio dello sterminio e della decadenza. I maya furono eccellenti astronomi e matematici. Il loro calendario si basava su un anno solare di 365 giorni e adottarono come sistema di numerazione un sistema vigesimale. La scrittura era di tipo ideografico ed è stata solo parzialmente decodificata. La struttura sociale dei maya era fortemente gerarchica. La classe sacerdotale dominò il periodo classico, mentre la classe guerriera ebbe il potere nel periodo tolteco del nuovo impero. La schiavitù era molto diffusa. Per mezzo di una buona rete viaria, il commercio divenne fiorente e furono costruite magnifiche città, che servivano sia da centri commerciali che da centri religiosi, come Tikal, Palenque, la città sacra Chichen Itz´ con i meravigliosi templi del Castillo e dei Guerrieri, Tulum, Labn´ e Uxmal. La religione maya era di tipo politeista. Le principali divinità erano Itzamma, dio del sole, e Ixchel, dea della luna. Alle divinità erano dedicate le piramidi, enormi terrapieni con ripide scalinate sulla sommità delle quali si trova un piccolo tempio. L'influenza tolteca introdusse il culto del serpente piumato e l'uso dei sacrifici umani. 


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