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razzìsmo, sm. Insieme di teorie e comportamenti che presuppongono la superiorità di una razza e giustificano discriminazioni nei confronti di individui appartenenti a razze differenti. Conseguentemente si afferma la necessità di non contrarre matrimonio con individui di altre razze per preservare pura la propria. La prima teorizzazione scientifica del razzismo fu prodotta da J. A. Gobineau, (Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane, 1855) e proponeva anche un'interpretazione storica. Tale libro produsse vasti consensi nelle potenze colonialiste che operavano in Cina, India e Africa e che quindi agivano in nome di una giustificata superiorità della razza bianca. Il patrimonio genetico della razza funge da discriminante del suo sviluppo socio-culturale. Le idee di Chamberlain (Fondamenti del secolo XIX, 1899) influenzarono l'antisemitismo tedesco, sfociato nell'esaltazione della pura razza germanica e nelle persecuzioni nei confronti degli ebrei. In epoca recente molti studiosi hanno dimostrato che la trasmissione genetica non influenza lo sviluppo intellettivo o socioculturale di un individuo. 


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