Enciclopedia
Robespierre, Maximilien-François-Isidore (Arras 1758-Parigi 1794) Politico francese. Nato da una famiglia di magistrati, orfano in tenera età, ottenne (1769) una borsa di studio per il collegio parigino Louis-le-Grand, dove si distinse per talento e profitto. Avvocato ad Arras dal 1781, apprezzato per l'eloquenza, critico severo dell'assolutismo monarchico e del sistema giudiziario, fu eletto deputato agli stati generali e alla costituente. Il suo pensiero fu caratterizzato da sentimenti democratici e da ideologie radicali (uguaglianza e suffragio universale). Presidente nel 1790 del Partito giacobino, sostenne l'esecuzione di Luigi XVI, abbatté il partito girondino e fu membro del comitato di salute pubblica. Per fronteggiare la situazione di emergenza, contribuì all'instaurazione del cosiddetto regime del Terrore, durante il quale fece eliminare sistematicamente gli oppositori facendo arrestare e giustiziare aristocratici, reazionari, speculatori, avversari politici; il Terrore fece però vittime anche in seno al partito giacobino stesso (Herbert, Danton, Desmoulins). Dopo la vittoria militare di Fleurus (26 giugno 1794), l'emergenza che aveva giustificato l'azione di Robespierre cessò e i suoi avversari prepararono il colpo di stato del 9 termidoro (27 luglio 1794), che vide la sua incarcerazione e la sua esecuzione con un centinaio di suoi seguaci (fra cui Saint-Just, Couthon, Augustin de Robespierre). Fu ghigliottinato sulla piazza della rivoluzione. L'opera di Robespierre è stata più volte giudicata; chi lo ha condannato come un tiranno, arroccato su posizioni rigidamente dogmatiche, chi ne ha esaltato il sincero spirito democratico e la rigorosa coerenza. Ma, se è difficile dubitare delle sue capacità politiche (tradottesi in una serie di efficaci provvedimenti), è opportuno sottolineare però che, nonostante non sia stato il solo promotore del Terrore, tuttavia lo accettò e lo giustificò. Il limite principale di Robespierre consiste anche in un eccesso di astrattismo ideologico, che lo portò a estraniarsi gradualmente dalla realtà: questo derivò dalla sua fede illimitata nella rivoluzione intesa come forza distruttrice delle sovrastrutture della società.
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