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Baccanti Tragedia di Euripide (406 a. C.). È una delle 19 tragedie di Euripide conservate (delle circa 90 attribuitegli). La scena si svolge a Tebe, dove le donne della famiglia reale dubitano della divinità di Dioniso, giunto in città con le sue seguaci, le Baccanti, che formano il coro. Anche il re Penteo è risoluto a impedire la diffusione del culto dionisiaco, nonostante gli avvertimenti che gli rivolgono il nonno Cadmo e l'indovino Tiresia. Dioniso decide di vendicarsi dell'ostilità espressa nei suoi confronti. Penteo si lascia indurre a spiare le Baccanti che celebrano le orge bacchiche sul monte Citerone: sorpreso dalle Baccanti invasate mentre se ne sta nascosto su un pino in abiti femminili, viene scambiato per un leone e fatto a pezzi. La terribile vendetta di Dioniso è compiuta. 
In quest'opera, Euripide ha affrontato il mistero del divino, sottolineando l'errore dell'uomo Penteo di credersi padrone del proprio destino e di quello dei suoi concittadini. Si tratta di un'opera essenzialmente ambigua, conclusa con la sconfitta della razionalità, rappresentata dal re Penteo, a favore del fanatismo e dell'istinto, rappresentato dalle Baccanti. 


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