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Hammurabi Re della prima dinastia di Babilonia (XVIII sec. a. C.), tra le maggiori figure dell'antico Oriente. Continuò la politica di espansione iniziata dal padre ed estese il dominio babilonese a tutto il territorio mesopotamico e al medio Eufrate. Tra l'undicesimo e il trentesimo anno del suo regno, Hammurabi, grazie a un lungo periodo di pace, si dedicò all'organizzazione dello stato, alla costruzione di monumenti religiosi e civili, favorì le arti e i commerci, adottò la lingua accadica e valorizzò il culto del dio sumero Marduk. Con lui Babilonia divenne la capitale religiosa e intellettuale della Mesopotamia. Fu anche un abile legislatore. 
Codice di Hammurabi 
Stele di forma cilindrica, scoperta da un missionario francese (1902) a Susa e conservata a Parigi, nel museo del Louvre. La colonna che è alta oltre 2 m, ha sulla sommità un bassorilievo, raffigurante Sammash (dio del sole e della giustizia) seduto sul trono, mentre Hammurabi in piedi davanti a lui è raccolto in preghiera. Il codice scritto in lingua accadica, scolpito in caratteri cuneiformi, si legge dall'alto in basso. Diviso in tre parti (prologo, leggi, epilogo), comprende 282 disposizioni di diritto pubblico e privato, tutte redatte secondo lo stesso schema a forma di sentenze. Il codice divide la società mesopotamica in tre classi: i patrizi liberi, i plebei liberi (ma con alcune limitazioni), gli schiavi. Le sentenze riguardano reati contro l'amministrazione, la proprietà, il commercio, la famiglia e il matrimonio, l'agricoltura, le retribuzioni e gli affitti e il trattamento degli schiavi; le pene erano stabilite in proporzione al danno arrecato; la donna era soggetta a una particolare forma di tutela. Il codice di Hammurabi è un'opera essenziale per conoscere l'antica civiltà mesopotamica ed è l'espressione di una società ben organizzata con un senso giuridico sviluppato e una fiorente attività commerciale e agricola. 


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