Enciclopedia

Achmatova, Anna (Odessa 1889-Domodedovo, Mosca 1966) Pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko, ripreso dal cognome della nonna. Poetessa. Figlia di un ingegnere meccanico di marina, che, ritiratosi in pensione, si trasferì con la famiglia nei pressi di Pietroburgo. Studiò prima a Kiev, frequentando il ginnasio dal 1905 al 1907, e successivamente frequentò l'università a Pietroburgo seguendo i corsi di storia della letteratura. Scrisse la prima poesia a undici anni. La sua prima poesia pubblicata risale al 1907. Nel 1910 e nel 1911 trascorse alcuni mesi a Parigi, dove conobbe il pittore Amedeo Modigliani, che la ritrasse in numerosi dipinti, dei quali solo uno risulta conservato. Nel 1912 effettuò un viaggio in Italia, visitando Genova, Pisa, Firenze, Bologna, Padova e Venezia. Ne trasse un'impressione profonda. Fece parte del gruppo acmeista guidato dal suo primo marito, il poeta Sergej Gumiliëv, fino alla sua tragica fine (1921). Si era sposata con Gumiliëv nel 1910, divorziarono nel 1918. Il successivo matrimonio con l'archeologo Vladimir Silejko fu di breve durata. La fucilazione di Gumiliëv a opera dei bolscevichi segnò un trauma terribile, del quale sono reperibili tracce nella sua poesia successiva. Per un ventennio si chiuse nel silenzio (In questo terrore non posso più cantare) ma si rifiutò di abbandonare la Russia (Non sto con coloro che abbandonarono ai nemici la terra da straziare. L'esule mi fa una pena eterna. Come un malato o come un detenuto). Preferì condividere le condizioni del popolo russo. Il 13 marzo 1938, il figlio Lev Nikolaevic Gumiliëv venne arrestato come persona sospetta di ostilità al regime e imprigionato nel carcere di Pietroburgo (allora denominata Leningrado). Per diciassette mesi (Sono diciassette mesi che grido, che ti chiamo a casa), in attesa della sentenza, l'Achmatova subì le umiliazioni e i drammi di numerose madri sovietiche (Non riesco a capire ora chi sia la belva o l'uomo e se dovrò attendere a lungo l'esecuzione). Il processo si concluse con la condanna e la deportazione di Lev Gumiliëv in Siberia. La raccolta Requiem è il racconto poetico di questo periodo angoscioso e l'eco del dolore e del vuoto prodotto dalla condanna. Una delle migliaia di vittime del comunismo. Il figlio non era altro che uno dei tanti casi. Il suo dolore era quello di tante madri russe presenti e passate in una storia crudele (Come le mogli degli strelizzi, urlerò sotto le torri del Cremlino). Allo scoppio della guerra, Lev chiese di essere arruolato nell'esercito e partecipò alla conquista di Berlino, ottenendo anche una decorazione sul campo. Durante la guerra, quando Pietroburgo era assediata, l'Achmatova visse a Taskent nell'Uzbekistàn; rientrò a Pietroburgo nel 1944. Alla fine della guerra, il figlio Lev venne ancora rinchiuso in un campo di lavoro nell'Asia centrale. Fu liberato solo nel 1949. In quegli stessi anni sull'Achmatova si abbatté un'ulteriore disgrazia, con l'arresto del terzo marito, Nikolaj Punin, storico dell'arte accusato di filo-occidentalismo, la sua condanna e la successiva deportazione in Siberia, dalla quale non avrebbe più fatto ritorno. Le prime raccolte di poesie dell'Achmatova si muovono palesemente nel solco del programma acmeista di una poesia in grado di rendere l'essenza degli oggetti. Vittima della condanna del regime sovietico, che bollò la sua poesia, come le opere di tanti altri artisti russi, definendola manifestazione di estetismo e di decadentismo estranea allo spirito del popolo sovietico, nel 1946 venne espulsa dall'Unione degli scrittori. Venne riabilitata dieci anni dopo in coincidenza con il XX congresso del partito comunista dell'unione sovietica. Tra le opere Sera (1912), Rosario (un grandissimo successo letterario, 1914), Lo stormo bianco (1917), Piantaggine (1921), Proprio sul mare (1921), Anno Domini MCMXXI (1922), Il salice (1940), Da sei libri (1940), Requiem (1943), Poema senza eroe (1942-1962) e La corsa del tempo (1964). Interessata alla cultura italiana, effettuò un nuovo viaggio in Italia nel 1964, visitando Roma e la Sicilia, dove ricevette il premio letterario Etna-Taormina. Successivamente fu in Inghilterra, dove ricevette all'università di Oxford la laurea honoris causa. e curò la traduzione in russo dei Canti di G. Leopardi. È considerata una delle maggiori esponenti della poesia russa contemporanea. Nelle prime raccolte pubblicate, i temi prevalenti sono di natura sentimentale, comunque trasfigurati da una grande sensibilità poetica unita a un linguaggio straordinariamente semplice ed espressivo. Le drammatiche vicende familiari e gli orrori della rivoluzione hanno spostato l'attenzione dell'Achmatova verso temi religiosi (Al Padre disse: Perché mi hai abbandonato?) ed esistenziali, nei quali il dolore personale è diventato quello di un popolo. 


Blia.it NON utilizza cookie (v. informativa)
Per contattare la redazione di Blia.it potete scrivere a: info@blia.it (attenzione, blia.it non ha nessun rapporto con banche, scuole o altri enti/aziende, i cui indirizzi sono visualizzati al solo scopo di rendere un servizio agli utenti del sito)