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Alessàndro Màgno (Pella 356 a. C.-Babilonia 323 a. C.) Alessandro III, detto Magno (il Grande), nacque a Pella nel luglio del 356 a. C. da Filippo II, re dei macedoni, e dalla principessa dell'Epiro Olimpiade, donna dalle ambizioni e dal temperamento selvaggio. 
Alessandro era visto dalla tradizione dei re macedoni come un discendente di Eracle e dalla casa reale epirota come un discendente di Achille. Questi due mitici antenati, che rappresentavano l'anima greca e la natura barbara di Alessandro, lo accompagnarono per tutta la vita. 
Dai tredici ai sedici anni Alessandro ebbe come maestro Aristotele, il quale pur non essendo ancora a capo di una scuola filosofica era uno dei principali discepoli di Platone. 
Aristotele oltre a risvegliare in Alessandro l'amore per la poesia e per il mito greco, per il sapere in generale e per la scienza, plasmò la personalità del giovane. 
Nel 338 a. C. Alessandro prese parte alla battaglia di Cheronea. Nello stesso anno venne formata la lega di Corinto. 
Filippo nel 337 si sposò una seconda volta, così Olimpiade e Alessandro furono banditi da corte. Quando nell'agosto del 336. Filippo fu assassinato, Alessandro, benché legittimo principe ereditario, dovette combattere per salire al trono. 
Divenuto re come prima cosa Alessandro consolidò l'opera di Filippo con le campagne in Grecia, Illiria e Tracia. Nel 335 a. C. la città di Tebe che spesso si era schierata dalla parte della Persia venne distrutta, fatta eccezione per la casa di Pindaro. In seguito Alessandro si spinse a nord sino al Danubio, ma ben presto l'idea di una guerra contro la Persia si impadronì del suo l'animo. 
Nella primavera del 334 dopo aver lasciato Antipatro come reggente della Macedonia e della Grecia, Alessandro attraversò l'Ellesponto. Mentre Parmenione si occupava dello sbarco dell'esercito, egli con alcuni compagni si recò a Ilio, piccola città che sorgeva al posto dell'antica Troia, dove offrì sacrifici ad Atena e pose ghirlande sulle tombe di Achille e Patroclo a indicare quanto il mito fosse vivo in lui. 
L'impero persiano non era più il terribile nemico di un tempo ma era pur sempre temibile. Alessandro, sicuro sia della fanteria che della cavalleria del suo esercito macedone, sciolse la propria flotta, unica compagine composta da greci, i quali infatti combattevano da entrambe le parti, come mercenari dei persiani e come seguaci del re macedone. 
Alessandro iniziò la marcia verso l'interno. Il re persiano, visto il pericolo, lasciò la difesa dell'Asia Minore ai satrapi locali che concentrarono le loro truppe sulle rive del fiume Granico. La prima battaglia decisiva fu combattuta qui e la vittoria per la quale Alessandro rischiò la propria vita aprì la strada alla conquista della regione. 
Nei mesi successivi completò l'occupazione dell'Asia Minore Ci furono cambiamenti nell'animo di Alessandro, greci e barbari furono trattati allo stesso modo. Per questo motivo le città greche non ottennero mai una libertà totale, furono sempre legate al sovrano da vincoli politici, legali e religiosi. 
Alessandro riprese lo schema di amministrazione persiano dandogli però una maggiore unità basata sulla totale fedeltà verso la persona del re. Nuovi capi macedoni presero il posto dei satrapi. 
Nell'inverno del 334-333 Alessandro si fermò a Gordio, in attesa di rinforzi. In questa città egli tagliò con la spada il famoso nodo gordiano che secondo un oracolo sarebbe stato sciolto soltanto dal nuovo dominatore dell'Asia. Riprese poi la marcia verso sud e trovò indifeso il passo del Tauro, ma dovette fermarsi parecchi mesi a Tarso perché seriamente malato. In seguito conosciuti gli spostamenti dei persiani, invertì la sua marcia e diede loro battaglia nella pianura di Isso. 
Il re persiano Dario fuggì quasi subito e le sue truppe furono facilmente vinte. Questa vittoria aprì il varco alle zone centrali dell'impero persiano. Alessandro decise di marciare verso sud, in quanto l'inseguimento dell'esercito persiano sconfitto, lo avrebbe portato direttamente a Babilonia e a Susa, senza incontrare resistenza. Alessandro intuì che per consolidare la sua campagna era necessario poter controllare il Mediterraneo orientale e soprattutto la Fenicia e Cipro. 
I fenici avevano un ruolo importante nel Mediterraneo orientale e la loro capitale, Tiro, isola fortificata, era la principale base navale persiana. Nel 332 a. C. dopo sette mesi di lotta Alessandro conquistò la città. Una volta entratovi, sacrificò al dio della città, Melkart, identificato dai greci con Eracle; questo atto simbolico di sottomissione e accettazione lo rese erede dei precedenti re di Tiro: Eracle cominciò a sostituirsi ad Achille, facendo prevalere in Alessandro l'idea di un impero universale su quella di un impero panellenico. 
Alessandro marciò verso la Siria e la Palestina, strinse d'assedio Gaza per due mesi e, nell'autunno del 332 a. C., entrò in Egitto. Davanti a una così grande civiltà, il re capì che doveva conquistare questo popolo e non soggiogarlo. Riconosciuto come nuovo faraone, egli sacrificò agli dei egizi e durante la festa concesse spettacoli e competizioni secondo l'uso greco, come primo tentativo di fondere la civiltà greca a quella orientale. 
Nell'inverno del 332-331 Alessandro visitò l'oracolo di Giove-Ammone nell'oasi di Siwah e qui venne riconosciuto dal sacerdote come il figlio del dio. In questo periodo fondò Alessandria dando così all'Egitto un grande porto sul Mediterraneo. Nel frattempo il mare e le isole erano state liberate da tutte le forze favorevoli ai persiani e Alessandria divenne la capitale del primo impero di Alessandro che aveva il centro nel mare e comprendeva tutte le coste del Mediterraneo orientale. 
Alessandro diede inizio alla definitiva conquista dell'impero persiano. Nella primavera del 331 a. C. dopo aver affidato il governo dell'Egitto al greco, Cleomene da Naucrati, il quale, divenuto esoso nell'esazione dei tributi, fu poi ucciso in una rivolta. 
Alessandro fece ritorno a Tiro. Egli marciò poi a est per affrontare Dario che, forte di un nuovo e numeroso esercito dotato di elefanti e carri falcati, si era accampato in una pianura a est del Tigri. 
Nella battaglia di Arbela (o Gaugamela) Alessandro, grazie al suo genio militare, sconfisse definitivamente Dario che fuggì nella Media. Alessandro fu pubblicamente proclamato re dell'Asia. 
Occupò quindi le città di Susa, Persepoli e Pasargadae. 
In questo stesso periodo Antipatro, viceré di Grecia, dovette affrontare una rivolta guidata dal re di Sparta, Agide, sostenuto da persiani e da ex mercenari di Dario. Alcuni degli stati ribelli appartenevano alla lega di Corinto che così cessò di esistere. Agide fu sconfitto e ucciso nei pressi di Megalopoli in Arcadia. Da allora per tutta la durata del suo regno non ci furono mai più rivolte in Grecia. 
Dopo un periodo di riposo per le sue truppe, Alessandro con i rinforzi giunti dalla Macedonia e dalla Grecia, entrò a Ecbatana, capitale della Media. Qui con gli enormi tesori rinvenuti ordinò di coniare le proprie monete. Nel frattempo Dario in fuga venne assassinato da Besso, satrapo di Battriana. Alessandro diede a Dario solenne sepoltura a Persepoli e decise che avrebbe punito Besso. 
In questo periodo Alessandro adottò gli abiti e le insegne di un re persiano e organizzò la corte sul modello di quella persiana. L'esercito divenne un corpo misto di persiani e macedoni, i quali anche se risentiti rimasero sempre fedeli ad Alessandro. La nobiltà macedone invece non accettò questi cambiamenti e organizzò una congiura. Il re scoprì il tutto e condannò a morte i colpevoli ma anche molti innocenti tra i quali Parmenione e suo figlio. Alessandro divenne spietato e dispotico. 
Dal 329 al 327 a. C. Alessandro combatté contro le tribù dell'Iran e della Battriana guidate da Besso e in seguito da Spitamene. Conquistò vaste province e giustiziò Besso. Fondò parecchie città, tutte con il suo nome; alla fine sottomise gli iranici e trovò come sua regina Rossane, la figlia di un nobile della Battriana. Alessandro con i suoi comportamenti incontrò sempre più opposizione da parte dei macedoni e dei greci, tanto che Callistene, nipote di Aristotele, da entusiastico cronista della imprese del re si trasformò nel portavoce degli oppositori. Accusato di essere implicato in una congiura venne giustiziato. 
Dopo aver marciato sulla Battriana Alessandro dovette attraversare l'alto sistema del Paropamiso (Hindukush). Spinto dal desiderio di ignoto e di raggiungere i confini della terra, marciò verso l'India. Nell'estate del 327 a. C. alla testa del suo più grande esercito composto da macedoni, iranici e mercenari di ogni provenienza, attraversò l'Hindukush. Avanzò verso la vallata dell'Indo e una volta giuntovi accettò la resa del più occidentale dei re locali, Taxila. Più a est oltre il fiume Idaspe il re Poro aspettò invece l'attacco con un imponente esercito. Egli fu sconfitto, ma ciononostante Alessandro lo lasciò sul trono, facendone un amico e alleato. 
Proseguì nella sua conquista nonostante le sue non sempre corrette conoscenze geografiche. Volle andare sempre più avanti sino al più orientale fiume del Punjab, l'Ifasi. Qui le sue truppe, oramai prive di forze, si rifiutarono di seguirlo e così Alessandro dovette abbandonare il progetto di raggiungere il Gange e l'Oceano orientale. 
Alessandro riunì sull'Idaspe una grande flotta di navi da guerra e da trasporto di vario genere, con uomini appena giunti dalle coste del Mediterraneo. Nell'autunno del 326 a. C. la flotta salpò verso sud per completare la conquista del Punjab. La spedizione incontrò resistenze e nella battaglia contro la bellicosa tribù dei malliani Alessandro fu seriamente ferito. La spedizione si rivelò un successo e l'India entrò nell'orizzonte occidentale. Alessandro creò due nuove satrapie, così da coprire tutto il territorio del Punjab. Finalmente nel 325 a. C. Alessandro decise di ritornare in occidente. La marcia del rientro fu però un disastro per le pesantissime perdite subite a causa della sete, della fame e delle malattie. 
Al suo ritorno trovò una situazione non molto stabile, in quanto i vari satrapi, ricchi e potenti, avevano loro eserciti che Alessandro fece immediatamente sciogliere e affidò a Efestione, suo unico amico, il titolo persiano di visir. Questa nomina non fu ben accolta dalla maggior parte dei greci e dei macedoni. In seguito diminuì gli effettivi dei mercenari greci. 
Nell'intento di riunire macedoni e iranici, Alessandro ed Efestione sposarono due delle figlie di Dario e obbligarono migliaia di ufficiali e soldati macedoni a sposare donne iraniche. 
La Grecia era in perpetuo stato di disordine e il modo di governare di Alessandro incontrò sempre maggiori opposizioni. Dopo la morte di Efestione alla fine del 324 a. C. Alessandro si trasferì nel palazzo di Babilonia. L'impero non aveva una solida struttura interna e il re, invece di cercare di riorganizzarlo, preparò una spedizione navale in Arabia per colmare il solco tra Mesopotamia ed Egitto e progettò la conquista del Mediterraneo occidentale. Ancor prima della realizzazione della spedizione in Arabia Alessandro si ammalò gravemente e nel giugno del 323 a. C. all'età di trentatré anni morì. Il suo corpo fu imbalsamato e dopo varie contese fu portato a Menfi da Tolomeo e più tardi sepolto ad Alessandria. 


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