Enciclopedia
Maupassant, Guy de (Miromesnil 1850-Parigi 1893) Scrittore francese esponente del naturalismo. Nato nel castello di Miromesnil presso Dieppe, acquisì una conoscenza profonda della campagna normanna. Cacciato dal seminario di Yvetot per il suo razionalismo, terminò gli studi al liceo di Rouen. Nel 1870 si arruolò coma guardia e assistette alla sconfitta francese, che evocherà più tardi in numerose novelle. Dopo il 1871, accettò un posto di commesso in un ministero. Tra il 1871 e il 1880 iniziò a scrivere poesie e subì l'influenza di G. Flaubert, amico d'infanzia della madre, che lo costrinse a osservare la realtà con occhi nuovi e gli impose esercizi di stile. Nello stesso periodo conobbe É. Zola. Una novella, Palla di sego, apparsa nel 1880 in Soirées de Médan ebbe un notevole successo e determinò la sua vocazione di scrittore. Dal 1880 al 1891 pubblicò cica 300 novelle e sei romanzi. Il successo gli aprì le porte dell'alta società. Gli ultimi romanzi raffigurano la vita mondana e sono ispirati direttamente dai tormenti legati alle sue relazioni femminili. Per effetto dell'impegno intellettuale e delle droghe iniziò a soffrire di allucinazioni, di angoscia e a essere ossessionato dalla paura della morte. La pazzia esplose nel 1891. Dopo un suicidio mancato, venne internato in una casa di cura dove morì nel 1893 senza aver recuperato la lucidità. Nelle novelle e nei romanzi Maupassant narrò la vita della campagna e gli usi normanni della fanciullezza, la guerra del 1870 e la sconfitta francese, la mediocrità della borghesia parigina, caratterizzata dall'avarizia e dalla ricerca di erotismo e sopraffatta dalla banalità e dalla mancanza di moralità. Tra le novelle sono da ricordare soprattutto le prime raccolte pubblicate: La casa Tellier (1881), La signorina Fifì (1882) e i Racconti della beccaccia (1883), che comprendono racconti scarni, animati di una vivacità aspra e sarcastica come La beccaccia, La paura, Palla di sego, La casa Tellier, Una scampagnata, La signorina Fifì, Due amici e Chiaro di luna e sono considerati tra i vertici della sua produzione. Tra i sei romanzi, tutti intrisi di un pessimismo razionale e disperato, ma che non raggiungono la coerenza e l'efficacia dei racconti, si ricordano Una vita (1883), Bel-Ami (1885), Pietro e Giovanni (1888) e Forte come la morte (1889).
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