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Nàpoli Città (1.054.600 ab., CAP 80100, TEL. 081) e capoluogo della Campania. È la terza città d'Italia per popolazione e la prima dell'Italia meridionale. È situata tra il Vesuvio a est e i Campi Flegrei a ovest, sul golfo omonimo, centro di una vasta area metropolitana, la cui densità di popolazione raggiunge valori di 10.000-50.000 ab./km2. Il clima e le attrattive naturali e artistiche ne fanno una meta tra le più interessanti dal punto di vista turistico. Le condizioni ambientali quali l'elevata densità della popolazione, il traffico caotico e il degrado economico limitano però le possibilità di sfruttamento economico del turismo. Le principali risorse economiche derivano dal terziario, che opera nei settori del commercio, del turismo, amministrativo, del credito e assicurativo. Le industrie principali sono le siderurgiche, cantieristiche, meccaniche (costruzioni navali e ferroviarie), petrolchimiche ed elettroniche. Importante il porto, che è il principale dell'Italia meridionale sia per le merci che per i passeggeri. Fu fondata probabilmente nel V sec. a. C. da coloni calcidesi e fu nota con il nome di Neapolis. Nel 326 si alleò con Roma e nel 90 a. C. divenne municipio romano, in competizione con Pozzuoli, e fu distrutta dai seguaci di Silla nel 82 a. C. Nel corso della guerra greco-gotica, malgrado assedi e saccheggi, si mantenne autonoma grazie all'autorità vescovile che la protesse dai longobardi. Seguì alterne vicissitudini durante l'epoca imperiale e fu saccheggiata più volte. Nel 1139 entrò a far parte dei domini normanni, per passare nel 1187 agli svevi; risale al 1224 la fondazione dell'università (Studio) sotto Federico II e il suo fiorire come centro intellettuale: dopo la rivolta contro gli svevi, fu occupata dagli Angioini nel 1267 e, nel 1282, divenne capitale del regno di Napoli con Carlo d'Angiò. Nel 1441 passò agli Aragonesi e nel 1530 agli spagnoli, con considerevoli problemi di crisi economiche, che generarono rivolte (Masaniello, 1647); subì anche una forte epidemia di peste (1656). Nel XVIII sec., dopo un periodo di dominazione austriaca, passò a Carlo III di Borbone di Spagna. Nel 1799 fu proclamata la Repubblica partenopea, frutto del diffondersi dell'influenza illuministica e degli ideali della rivoluzione: questa durò soltanto alcuni mesi per la dura reazione borbonica. Nel 1806 il trono di Napoli fu affidato prima a Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, e quindi a G. Murat. Dopo la sconfitta di Napoleone, (1815) Murat fu detronizzato e vennero ripristinati i Borboni che nel 1816 formarono il regno delle Due Sicilie. La spinta liberale restò comunque attiva, dando vita ai moti insurrezionali del 1820-1821 e del 1848. Nel 1860 fu occupata dall'esercito di G. Garibaldi ed entrò a far parte del regno d'Italia. Durante la seconda guerra mondiale i napoletani riuscirono a liberarsi del dominio nazifascista dopo quattro giorni di rivolta popolare (le quattro giornate di Napoli) e infine il 1° ottobre gli anglo-americani entrarono in città. I più antichi siti di interesse risalgono all'epoca romana, con resti del foro e dei templi di Cerere, Giove e Apollo. Di epoca paleocristiana le catacombe di San Gennaro (II sec.), i mosaici del battistero di San Giovanni in Fonte (V sec.) e la basilica di San Giorgio Maggiore IV (sec.). Durante la dominazione angioina furono costruite, in stile gotico, le chiese di San Lorenzo Maggiore (XIII sec.), San Domenico Maggiore (XIII sec.), Santa Chiara con affresco di Giotto (1310-1328) e Santa Maria Donnaregina (1316). Di epoca rinascimentale l'arco trionfale per Alfonso d'Aragona, Porta Capuana (1484), la tomba del cardinale Brancaccio di Donatello e Michelozzo (1426-1428), il palazzo Carafa (1466). L'arte barocca del XVII e XVIII sec. fiorì a Napoli, con espressioni particolari come i presepi. Nel XVIII sec. iniziò anche a diventare famosa la produzione di porcellana di Capodimonte. Dal punto di vista culturale Napoli vanta il teatro San Carlo, l'università del 1224, l'osservatorio astronomico, l'osservatorio vesuviano e numerosi musei. 
Provincia di Napoli 
(2.996.0071 ab., 1.171 km2) Il territorio è prevalentemente collinare e comprende il Vesuvio, i Campi Flegrei, parte della penisola sorrentina e le isole di Capri, Ischia e Procida. Di estensione ridotta, la densità di popolazione raggiunge valori elevatissimi grazie al capoluogo e ad altri centri assai notevoli: Pozzuoli, Portici, Afragola, Castellammare, Giugliano, Ercolano, Torre Annunziata, Torre del Greco, Sorrento, Acerra. Le principali risorse sono l'agricoltura, con le coltivazioni di agrumi, viti e olivo, e il turismo. 
Golfo di Napoli 
Una delle maggiori insenature della costa tirrenica, in Campania, posta tra capo Miseno e la penisola sorrentina. 


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