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Enciclopedia

rococò, agg. e sm. agg. 1 Appartenente a tale stile architettonico. 2 Arzigogolato. 
sm. Stile architettonico originato in Francia alla fine del regno di Luigi XIV e adottato in tutta Europa anche nei settori della pittura e della scultura fino al 1760. 
Derivato dal francese rocaille che definiva le decorazioni composite costituite di rocce e conchiglie dei giardini, il termine spesso identificò le degenerazioni del barocco, con il tentativo di liberare le forme dalla pesantezza della decorazione barocca. Lo stile rococò è caratterizzato dalla ridondanza decorativa e dal gusto dell'artificioso e del frivolo. All'inizio dell'Ottocento, il termine rococò si diffuse per designare oggetti minuscoli e stravaganti e per definire forme artistiche ornamentali, edonistiche e preziose. Il termine viene utilizzato anche per definire il gusto che pervade non solo le arti figurative ma l'intera società nobiliare del tempo, nella quale vengono individuate alcune caratteristiche come la predilezione per il particolare, la ricerca di chiarezza figurativa, l'aspirazione a costruire un mondo tutto artificiale chiuso in accoglienti ambienti interni. Il maggiore sviluppo di questo stile si ebbe in Germania (J. B. Neumann e J. L. von Hildebrandt) nell'architettura di esterni e con Vassé e Oppenordt nell'architettura di interni. Altri esponenti furono Pineau, Meissonnier, Boucher, de Curvilles, che rappresentano il periodo culminante dello stile. In pittura raggiunse il punto più alto nell'opera dei pittori J.-A. Watteau e J.-H. Fragonard. Il rococò ebbe limitata diffusione in Italia e in Inghilterra. 


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