Enciclopedia
Sostakovic, Dmitrij Dmitrevic (San Pietroburgo 1906-Mosca 1975) Compositore russo. Vicino ai movimenti delle avanguardie rivoluzionarie, esordì nel 1926 con la Prima sinfonia. Le opere Il naso (1930), e Lady Macbeth del distretto di Mzensk (1934, opera poi rielaborata come Katerina Izmajlova nel 1963), completarono il suo successo. Accusato dalla Pravda di puro formalismo piccolo-borghese e di voler allontanarsi dall'opera classica, il compositore si propose di utilizzare una musica più comprensibile alle masse e non solo agli intenditori e soprattutto ottimistica e celebrativa. A questa rielaborazione sottopose la sua Quarta sinfonia e poi le successive. Il risultato è stato un tipo di sinfonia ispirata alla Nona di L. van Beethoven e alla Sinfonia funebre e trionfale di H. Berlioz, spesso con intervento di cori. In questo genere, Sostakovic ha ottenuto grandi successi. Rilevante è stata la sua tecnica, con la quale ha espresso, nelle sue opere, lo spirito del popolo russo. Opere principali, quindici sinfonie tra cui la Settima sinfonia (o Sinfonia di Leningrado, 1941), l'Ottava (1941) in cinque tempi, contenente un quadro delle devastazioni prodotte dalla guerra, la Nona sinfonia (1945), la Decima (1953) e l'Undicesima (1957), rievocazione dell'insurrezione russa del 1905, la Dodicesima (1962) con una parte corale sul testo del poema di E. Evtusenko Babi Yar. Si ricordano, inoltre, il poema sinfonico Ottobre (1967), i balletti L'età dell'oro (1930), Il bullone (1931) e Chiaro fiume (1935), l'oratorio Il canto delle foreste (1949), il poema L'esecuzione di Stepan Razin (1966), musica da camera (tra cui Quintetto per pianoforte e archi, 1940), quindici quartetti, 1938-1974; 2 trii per violino, violoncello e pianoforte; la Sonata per violino e pianoforte, 1968; la Sonata per viola, 1975; ventiquattro preludi e fughe per pianoforte, 1950-1952; due sonate, 1926-1933; Aforismi, 1927; 7 pezzi infantili, 1947; una suite, 1922; e il Concertino, 1953, per due pianoforti. Si ricordano, infine, due cicli di liriche da camera su testi poetici di A. Blok (1967) e M. Cvetaeva (1974).
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