Punti di interesse turistico della regione Lazio
Categoria | Monastero |
Titolo | Chartreuse of Trisulti |
Indirizzo | 03010 Lazio Fr 16 Via Trisulti |
Plus codes | 8FHMQ97C+R5 |
Periodo | sec. XIII (1200-1299 d.C.) |
Descrizione | La Certosa di Trisulti è immersa fra le pieghe rocciose dei monti Ernici nel comune di Collepardo. Le sue origini risalgono al 996 quando San Domenico da Foligno, monaco benedettino, fondò in questo luogo un monastero dedicato a San Benedetto. Per volere di papa Innocenzo III, nel 1204 l’abbazia e i beni passarono ai Certosini, che costruirono un nuovo complesso più conforme alla loro vita e regola monastica. La certosa si articola in diversi edifici, viali e giardini. Dalla panoramica strada che la raggiunge, dopo aver varcato un primo e secondo portale, si accede ad un’ampia cordonata a gradoni che scende fino al piazzale principale dove troviamo l’antica Foresteria in stile romanico-gotico detta Palazzo di Innocenzo III, che si caratterizza per il portico e la terrazza, oggi sede dell’importante biblioteca che vanta oltre 36.000 volumi.Di fronte sorge la chiesa abbaziale in stile gotico, più volte rimaneggiata, dedicata alla Vergine Assunta, a San Bartolomeo e al fondatore dei certosini San Bruno. La facciata ha subito un rifacimento nel 1798 ad opera di Paolo Posi. L’interno è grande e spazioso ad una navata, divisa da un’iconostasi in due parti, quella dei conversi e quella dei Padri, secondo la tradizione certosina; in ambedue notevoli sono i cori in legno, uno del 1564, opera del certosino Mastro Iacobo, mentre l’altro del 1688 è opera del certosino Frate Stefano. Alle pareti spiccano grandi tele del pittore napoletano Filippo Balbi con scene del vecchio testamento ed episodi di vita certosina, mentre la volta a botte è decorata con affreschi di Giuseppe Caci del 1683. Sua è anche la pala d'altare posta in fondo al presbiterio che raffigura una Madonna in trono con il Bambino e i santi Ambrogio ed Agostino. Sulla sinistra del presbiterio si accede alla Sagrestia, la cui volta è affrescata con scene di vita della Vergine già attribuiti al Cavalier d'Arpino.Dalla chiesa si passa al piccolo chiostro che racchiude il cimitero certosino. Alla sua sinistra si apre la sala capitolare con il pavimento ad intarsio e sulle pareti si possono ammirare otto tele che rappresentano scene sulla vita di Maddalena. Il grande chiostro dei padri, in stile rinascimentale, è del 1700 e si trova su un piano più basso rispetto a quello della chiesa. Tornando indietro e risalendo la rampa cordonata che porta all'ingresso, a destra, un cancello in ferro immette nei locali della Farmacia, considerata il gioiello della Certosa. E’ sistemata in una palazzina con giardino antistante, un tempo orto botanico. La farmacia fu costruita nel secolo XVIII, è costituita da vari ambienti disposti su due livelli. Le sale della farmacia sono arredate con mobili settecenteschi, il corridoio è stato dipinto dal pittore napoletano Balbi come anche il salotto d’attesa detto appunto il “salottino Balbi” che riproduce Fra Ricciardi, all’epoca direttore della farmacia.Nella farmacia ancora oggi si possono vedere i vasi in vetro e ceramica dove venivano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti. La Certosa di Trisulti, abitata e gestita dai padri Cistercensi dal 1947, fu dichiarata Monumento Nazionale nel 1890. |
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