Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPalazzo
TitoloPalazzo Farnese, Caprarola
Indirizzo01032 Lazio Viterbo Antonio da Sangallo via
Plus codes8FJJ86HP+8P
Periodo1521-1575 circa
DescrizioneNel 1520 il cardinale Alessandro Farnese senior, futuro papa Paolo III, affida ad Antonio da Sangallo il giovane, esperto in architettura militare, il progetto di un palazzo-fortezza a pianta pentagonale, con cinque bastioni angolari difensivi e un fossato perimetrale di difesa. I lavori procedettero rapidamente nei primi anni, fino all’innalzamento dei cinque torrioni e del muro perimetrale esterno pentagonale e alla realizzazione di alcuni muri interni, che verranno in seguito in parte eliminati e in parte riutilizzati, per poi fermarsi improvvisamente intorno al 1534. Bisognerà aspettare il 1559, dieci anni dopo la morte di Paolo III, perché il cardinale Alessandro Farnese junior, nipote del papa, faccia riprendere i lavori affidando l’incarico a Jacopo Barozzi detto il Vignola, il quale trasformò l’edificio originario in residenza di nobile rappresentanza, pur salvaguardando ed anzi valorizzando l’impianto originario sangallesco. Erano evidentemente cambiate in maniera profonda le esigenze dei Farnese, inclini ora a rappresentare l’immagine di una famiglia all’apice della propria potenza sociale e politica. Venne persino modificato in modo sostanziale l’assetto urbano del borgo di Caprarola, con la realizzazione della cosiddetta via Dritta, un asse viario rettilineo di circa un chilometro, il cui tracciato comportò la demolizione di parte del tessuto urbano medievale preesistente, con la duplice funzione di raccordo e prospettica, che avrebbe condotto il visitatore, con graduale progressione scenografica, verso l’imponente mole del palazzo. L'edificio è costituito nel prospetto verso valle da tre ordini, i due superiori scanditi da lesene rispettivamente ioniche e corinzie, quello corinzio risultante dall'unione del terzo piano con l'attico. Il primo piano, interamente bugnato, mostra al centro della facciata un portale rustico centinato, che riprende il disegno dei due portali sottostanti, di accesso ai sotterranei. I tre lati esterni dell'edificio sono racchiusi tra le possenti strutture a pianta quadrata degli aggettanti bastioni angolari, poggianti su ripide scarpe, che elevati per il solo primo piano, fungono da panoramiche terrazze, cui si accede dal secondo livello dell'edificio. L'inserimento di meridiane e orologi solari sui fronti esterni delle torri d'angolo suggella il trapasso da un'architettura militare a un'architettura civile. L'edificio si apre al centro in un'ampia corte circolare pensile, sotto la quale è la cisterna esterna. Il cortile è articolato in due soli piani da un duplice ordine di dieci arcate, rustiche in basso e intervallate da colonne ioniche binate in alto. Il terzo ordine non è visibile essendo arretrato rispetto al doppio loggiato che recinge la corte, e che funge da corridoio di raccordo tra le varie parti dell'edificio. Gli ambienti principali, allineati lungo i cinque lati del pentagono, con doppia esposizione, verso l'esterno e verso la corte circolare interna, sono stati distinti in stanze di rappresentanza nel versante a valle e in appartamenti privati nel versante a monte. I primi culminano nelle grandi sale rettangolari che occupano l'intero fronte dell'edificio: al primo piano la sala della Guardia, ingresso monumentale del palazzo, al secondo piano la loggia detta dei Fatti di Ercole, dalle pitture che la decorano, aperta sulla valle da cinque ampie arcate. Dai due appartamenti privati al secondo piano, che riprendono una consuetudine antica dettata già da Raffaello a villa Madama, pensati, secondo l'esposizione, a nord e a ovest ,rispettivamente per l'estate e per l'inverno, si accede tramite passaggi pensili ai giardini segreti a monte. Le scale della servitù vennero ricavate negli spessori dei muri e non dovevano in nessun modo comunicare con gli ambienti dove si svolgeva la vita del cardinale. Parallelamente alla costruzione del palazzo si procedette alla sua decorazione. Numerosi pittori ed artisti lavorarono nell'arco di un ventennio alla realizzazione del ciclo iconografico: Taddeo e Federico Zuccari, Antonio Tempesta, Jacopo Bertoja, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese, Giovanni de' Vecchi e altri eseguirono i programmi iconografici messi a punto da Annibal Caro, Fulvio Orsini e Onofrio Panvinio. Il palazzo può considerarsi terminato nel 1575, anche se ulteriori lavori di rifinitura e di sistemazione dei giardini bassi si protrarranno fino al 1583. Agli anni immediatamente successivi risale il completamento dei giardini alti, con la palazzina del Piacere, con interventi di Jacopo Del Duca e Girolamo Rainaldi.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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