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Dipinti

VENERE E CUPIDO

AutoreVarotari Alessandro detto Padovanino (1588/ 1648),
Luogocaserma, Centro Culturale De Laugier, Centro culturale De Laugier, salita Napoleone, Pinacoteca Comunale Foresiana, collezione Mario Foresi, deposito
Italia, Toscana, LI, Portoferraiosalita Napoleone
Dati analiticiPiccolo dipinto a olio su tela applicata su tavola, inserito in una cornice intagliata con motivi fitomorfi e dorata. Il dipinto raffigura Venere in riposo, adagiata su una coperta, all'ombra di un ampio telo che fissato tra i rami di un albero ricade verso il basso. Sul grembo della divinità, nascosto dalla sua gamba sinistra, sta accovacciato Cupido, putto alato e ricciuto con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. In primo piano, a terra, l'arco e la faretra piena di frecce dei Dio. La parte destra della composizione è occupata da fitta boscaglia, che lascia uno squarcio di cielo sulla sinistra. Colori: Azzurro, verde, bianco, rosa, grigio, bruno.
IscrizioneClasse di appartenenza: documentaria; Tecnica di scrittura: a matita; Tipo di caratteri: corsivo; Posizione: verso, sulla cornice; 199 VAROTARI ALESSANDRO DETTO IL PADOVANO 1590-1645/ VENERE E AMORE (MEGLIO ATTRIB. A CARRACCI); Classe di appartenenza: documentaria; Tecnica di scrittura: ; Tipo di caratteri: corsivo; Posizione: su foglio applicato sul verso; 147. ALESSANDRO VAROTARI, DETTO/ IL PADOVANO (1590 - 1650). VENERE/ E AMORE. BOZZETTO DI UN QUADRO SIMILE MA ESEGUITO CON QUALCHE VARIANTE CHE E' NEL MUSEO DEL LOUVRE A PARIGI. DA ALCUNI ATTRIBUITO S AGOSTI/ NO CARRACCI.; Classe di appartenenza: documentaria; Tecnica di scrittura: a penna; Posizione: verso, su etichetta; 147 MARIUS FORESIUS/ EX OTII REBUS; Classe di appartenenza: documentaria; Tecnica di scrittura: ; Tipo di caratteri: corsivo; Posizione: verso, su foglio applicato alla tela; Autore: Orazio; MATER SAEVA CUPYDINUM/ HOR. I, 19./ L'ARDOR CHE IL VINO SUOL NEL SANGUE INFONDERE/ E IL FATAL FILTRO CHE AFRODITE INOCULA,/ DEI TRALASCIATI AMORI, IN ME LA FURIA/ SOPITA DESTANO./ M'ARDE GLICERA; DEL SUO CORPO UN INCUBO/ MI E' LA PROTERVA NUDITA', PIu' CANDIDA/ DEL MARMO PARIO, SUSSULTANTE IN FREMITI/ DI DESIDERIO./ NON DI BATTAGLIE O DI TRIONFI STREPITO/ PIU' MI COMMUOVE; SOL OR QUESTA MI AGITA/ BRAMA DI AVERTI, QUESTO INELUTTABILE/ ISTINTO TATTILE./ QUI L'ALTARE: NON CAL SE SIA DI CITISI/ MOLLE O DI PIUME; E ROSE PER LA VITTIMA;/ QUI DUE COLOMBE ARROSTO E QUI DUE PATERE/ DI PRESTO CECUBO,/ CHE FIEN CONFORTO DOPO IL SACRIFIZIO; E QUI GLICERA OGNI DI COO PIù TENUE/ VELO SCIOGLIENDO, COME UNA PRIMIZIA/ IL SENO FLORIDO/ DIA ALL'OFFERTA SUPREMA INSIN CHE L'OSTIA,/ IMMOLATA, CONFITTA, PLACHI CIPRIDE,/ AMOR PER POCO ABBASSI L'ARCO, E ACCOLGALO/ LA MADRE IN GREMBIO.