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Giobèrti, Vincènzo (Torino 1801-Parigi 1852) Filosofo e politico. Fu ordinato sacerdote nel 1825. Per le sue idee repubblicane venne incarcerato e costretto all'esilio, prima a Parigi (1833) e poi a Bruxelles (dal 1834). Progressivamente si allontanò dalle posizioni repubblicane per avvicinarsi a quelle più moderate, riformiste. Nel Primato civile e morale degli italiani (1843), propose come soluzione alla questione italiana una confederazione di stati sotto il controllo morale del papa, al quale Gioberti riconosceva un primato insostituibile nelle vicende politiche italiane. In contrasto con le tesi mazziniane, non riconosceva la validità dell'iniziativa popolare, sostenendo che il clero e i principi potessero contribuire in modo determinante all'unità italiana. Le idee di Gioberti ebbero molto successo presso i moderati italiani e influenzarono gli eventi degli anni successivi. Con le sue convinzioni riuscì ad avvicinare le forze cattoliche alla corrente risorgimentale. Venne eletto deputato, diventò ministro e presidente del consiglio (1848-1849) e abbandonò i suoi progetti di federalismo neoguelfo, in favore di uno stato liberale unitario (Rinnovamento d'Italia, 1851). Morì in esilio a Parigi, città nella quale si era rifugiato dopo la sconfitta di Novara. 


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